Partenza ore 8:00 in P.zza della Repubblica Garlasco.
Ritrovo puntuale per tutti, primi saluti e primi controlli sul tipo di equipaggiamento e su come fissare gli zainetti sul sedile posteriore della moto perchè sarebbe diventato scomodo mantenerli sulle spalle per tutto il tragitto. Insomma per farla breve “vai a cercare gli elastici a casa, torna in piazza per il legaggio controlla il tutto………..” siamo partiti alle 9:00.
Primo pieno al distributore e partenza direzione Bobbio località conosciuta da tutti i motociclisti della zona. Andatura lenta…..troppo lenta anche perché ci aspettavano circa 450 km di curve, allora via radio le comunicazioni al capo fila erano di questo tipo:
“NDUMA CHE RIVUMA PU”……..“CELLERA”.
Eravamo in tre collegati interphone …. Io (Colli), Rustio (Francesco), Cece (Cesare) che a sua volta era collegato con il palmare alla batteria della moto e quindi al satellitare. Praticamente era impossibile perderci e sbagliare strada.
Prima tappa sul monte Penice…….. un freddo della madonna…… il tempo non era bellissimo infatti alcuni, viste le previsioni meteo sfavorevoli, hanno dato forfait chiamandomi la sera prima della partenza.
Una volta riformato il gruppo, e dopo una buona sigaretta e qualche foto, siamo ripartiti direzione Santo Stefano d'Aveto. La strada non era delle migliori, fino a quando non siamo arrivati sulla via per Begonia: “apriti oh gas” una strada bellissima, larga a due corsie tornanti lunghi e ben visibili, insomma la pagoda del piacere per lo smanettone. Del resto sino a quel momento la media era stata molto bassa per via dello condizioni climatiche, freddo, e asfalto bagnato in molti tratti, per cui appena vista quelle strada, sotto un pallido sole …….. apriti oh gas…….. naturalmente senza strafare prima di rovinare il giro ancora prima di iniziarlo.
Da Bedonia direzione Chiavari passando per il passo del Bocco un'altra strada bellissima ma diventata un po' lenta per via dell'asfalto bagnato. Qui abbiamo preso la prima lavata.
Finalmente siamo giunti al mare e siamo andati verso Sestri Levante costeggiando la costa con un'andatura tranquilla, ci siamo goduti un po' di caldo che ci ha permesso di riprenderci un po' da tutto quel freddo accumulato.
Una volta a Sestri abbiamo imboccato la strada che porta al passo del Bracco, un tratto molto bello dove si può dare gas e piegare in tutta libertà.
Giunti a destinazione sosta per il pranzo al “Baretto”, conosciuto da tutti i motociclisti smanettoni, dove tirava una specie di aria da paddok, talmente tante erano le moto e relativi motociclisti che controllavano il livello di piega sulle gomme. Smanettoni che arrivavano, smanettoni che partivano, sembrava che avessero prenotato i turni come a Misano.
Ristorati, riposati e dopo scambio di opinioni sulla strada appena percorsa, siamo ripartiti alla volta del passo dell'Abetone…. Che ll'è no propi a renta.
Il tratto che porta sino a La Spezia è bellissimo. Il tempo non ci ha risparmiati ed ecco che abbiamo preso la seconda lavata.
Arrivati sopra a Spezia comincia la discesa sino alla città e qui è successo il patatrak.
Sono caduto come un asino alla velocità spaventosa di 35 km/h . Ero il primo della fila c'era una mezza curvetta, vuoi per l'asfalto bagnato e con salsedine, vuoi per una striscia d'asfalto appena aggiustata, sono andato per terra. Non mi sono fatto niente ma ho rotto la carena, la freccia destra e la leva del freno anteriore. La soluzione era andare a La Spezia per cercare un rivenditore di pezzi che potesse riparare il danno. Qui la sorpresa di scoprire che il Sabato pomeriggio a La Spezia non c'è un concessionario o un rivenditore aperto. Per fortuna nel paese di Ceparana, che oltre tutto era sulla strada che avremmo dovuto imboccare evitando La Spezia , ma che Cesira non ha prontamente individuato, c'è un concessionario Ducati che mi ha aiutato. I meccanici hanno recuperato una leva di un VFR storta, l'hanno raddrizzata ed è stata montata perfettamente alla modica cifra di 25€.
Finalmente dopo tutto questo trambusto che ci ha fatto perdere ben due ore e mezza, siamo ripartiti.
L'Abetone distava ancora almeno due ore buone e col nostro passo forse anche due ore e trenta.
Infatti sino a Spezia la strada era abbastanza conosciuta dopo nessuno aveva mai visto quei posti, quindi eravamo ancora nelle mani di Cesira e del suo GPS. Andando a tastoni, fermandoci di tanto in tanto a verificare se Cesira diceva il giusto o minchiate, siamo andati avanti fino a quando la mitica Cesi ci ha detto “IMBOCCARE LA STRADA DIREZIONE CHIOZZA ”. Ma chi si sarebbe immaginato che saremmo andati incontro alla strada per la TRANSILVANIA. Infatti da lì a poco ci siamo imbattuti in una strada stretta, buia, con la nebbia, che arrampicava come se dovessimo arrivare in vetta al K2, inoltre piovigginava leggermente. Siamo andati talmente in alto che abbiamo trovato addirittura la neve a bordo strada, passando da una temperatura primaveril-pomeridiana di circa 20° alla temperatura decisamente invernale di circa 4°. Quando ci siamo fermati per raggrupparci qualcuno ha commentato: “manca solo il lupo mannaro e Dracula poi siamo a posto”. Praticamente Cesira invece di farci girare intorno alla montagna ha deciso di farcela attraversare scoprendo poi che quella era una strada usata per il giro d'Italia.
Oltretutto l'abbigliamento era per i più costituito dal giubbotto con sotto una esile maglietta di cotone, quindi “a bativam i denc”.
Verso le nove e mezza di sera siamo giunti a destinazione, completamente sconvolti.
Il posticino, in località Piumalbo si chiama ”IL CERRO”: è molto bello ed accogliente, con camere appena ristrutturate ed un'ottima cucina, che per fortuna abbiamo potuto degustare in extremis. Arrivando così tardi abbiamo rischiato di saltare la cena, infatti dopo aver parcheggiato le moto ed essere andati in camera a ricomporci, ci siamo presentati a tavola per le dieci e mezza buone.
Dopo un buona cena ed un ottimo vino siamo andati a nanna stracchi morti ed infatti nella notte pensavo che in camera ci fossero dei Grizzly talmente si russava con gioia.
Sveglia ore otto, colazione abbondante, partenza direzione Faenza.
Ci aspettavano 250 km di curve.
Il tempo non era bellissimo, non pioveva ma per fortuna nell'arco della giornata è andato migliorando.
La strada del passo dell'Abetone è molto bella anche se noi l'abbiamo apprezzata solo al mattino e nel tratto che dal passo scende sino a Pistoia passando da San Marcello Pistoiese.
La strada sino a Pistoia è scorrevole sino all'imbocco dell'autostrada direzione Firenze Sud. Usciti dall'autostrada ci siamo portati in direzione Passo del Muraglione. Una strada da consigliare a tutti soprattutto a quelli che vogliono dare del gas, perché quella è una strada che sembra fatta apposta per la velocità, infatti ognuno ha preso il proprio ritmo e ci siamo ritrovati al in cima.
Dal Muraglione siamo scesi in direzione Forlì e la strada da molto bella è diventa normale e pianeggiante. Qui abbiamo preso una lavata per rinfrescarci le idee e per portarci freschi alla seconda tappa, in tranquillità e ad un orario decente. Anche qui abbiamo scelto un posticino mica male, nel piccolo paese di Olmo di Faenza, in un ottimo agriturismo “ LA SABBIONA ” che ci ha ospitati in una casa gigante divisa in appartamenti molto confortevoli. La cucina è stata ottima ed anche le bevande sono state apprezzate, infatti il buon Rustio ha continuato ad ordinare del buon vino che ci ha portato ad avere un conto mica male, poi la ciucca che abbiamo preso non era per niente da ridere. Siamo andati in camera, abbiamo gozzovigliato e poi a letto ed è stata un'altra notte all'insegna del Grizzly, diciamo che l'orso che è in noi non ci ha mai abbandonato.
L'indomani ottima colazione all'agriturismo e poi ritorno via autostrada fino a quel di Garlasco.
Sono stati tre giorni bellissimi da ripetere sicuramente, la compagnia è stata ottima e che dire ancora……, non ascoltate Cesira, imparate bene le strade e………DARE GAS SEMPRE! |